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Attualità martedì 30 agosto 2016 ore 16:31

Camere di commercio a un passo dalla fusione

Foto facebook Camera di commercio di Pistoia

Entra nel vivo la fase che porterà a fondere gli enti camerali di Pistoia e Prato ma intanto restano le incertezze sulle nuove funzioni



PISTOIA — Il decreto di riforma del sistema camerale è stato approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri dopo un dialogo avviato diversi mesi fa. Ora il percorso per la fusione entra nel vivo. 

L'approvazione definitiva del decreto, spiega la stessa Camera di Commercio di Pistoia, ha ancora davanti un lungo iter ma la strada è ormai imboccata con la prevista riduzione degli enti camerali a 60 sull'intero territorio nazionale. E qui, nel metodo utilizzato per la riduzione, sta il destino di quelli pratesi e pistoiesi. La riduzione deve essere ottenuta con l’accorpamento delle Camere che hanno meno di 75mila imprese singolarmente. 

“I Consigli camerali di Prato e Pistoia hanno già approvato una delibera di indirizzo per l’accorpamento – ha detto Luca Giusti, presidente della Camera di commercio di Prato – La riforma nasce per rendere le Camere di Commercio più efficienti e per dare risposte più incisive alle imprese, ma non sono certo che così come disegnata nel decreto si possano riuscire a raggiungere questi due obiettivi. Speriamo che nel corso dell’iter di approvazione possano essere apportati dei correttivi".

Il presidente della Camera di commercio di Pistoia Stefano Morandi è chiaro: "Il decreto di riforma non mi convince". Questo perché "le aziende non troveranno più nelle Camere di commercio quel partner qualificato e affidabile che negli anni ha sostenuto il sistema economico locale con azioni concrete volte a favorire l’internazionalizzazione delle pmi., a promuovere il territorio avuto riguardo alle specificità dei settori produttivi, ad agevolare l’accesso al credito, tanto per citare alcune funzioni che non saranno più materia del sistema camerale quanto meno nelle forme sinora realizzate. Il rischio è che nessuno intervenga concretamente in questi ambiti, vuoi per mancanza di risorse che per carenza di adeguate professionalità umane immediatamente spendibili”.


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