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Attualità martedì 30 luglio 2019 ore 13:40

"Lacuna normativa penalizza il distretto pratese"

Energia, la Regione si rivolge a Unione Europea e Governo per modificare la normativa in tema di agevolazioni alle imprese



PRATO — Un intervento in sede europea e una richiesta al Mise affinché intervenga per il cambio della normativa in tema di agevolazioni alle imprese grandi consumatrici di energia.

Questi i passi compiuti nei giorni scorsi dalla Regione che sul tema degli energivori, in accordo con il Comune di Prato e le categorie economiche del distretto pratese, ha risposto alla ‘Consultazione mirata per la valutazione degli orientamenti sugli aiuti di Stato per la protezione dell'ambiente e l'energia 2014 -2020 (EEAG)' lanciata dalla Commissione Europea per chiedere a Stati, Regioni e soggetti economici come dovrebbe essere modificato l'attuale sistema degli incentivi, e inviato una lettera al Ministro Di Maio chiedendo un incontro dedicato al tema del costo dell'energia.

"L'abbattimento dei costi di produzione infatti  - sottolinea la Regione in una nota- diventa un elemento competitivo rispetto a paesi a basso costo di manodopera e quello dell'energia, che per le imprese è sempre più un fattore competitivo in un mercato globale sopratutto rispetto a settori e paesi che prevedono compensazioni o agevolazioni alle imprese energivore".

"La Regione come il Comune di Prato e gli imprenditori interessati - spiegano gli assessori alle attività produttive Stefano Ciuoffo e all'ambiente e energia Federica Fratoni - hanno formalmente posto all'attenzione della Commissione la necessità di un intervento a sostegno del settore manifatturiero del nostro Paese in riferimento alle piccole e medie imprese grandi consumatrici di energia elettrica, segnalando un vuoto che va a discapito del settore tessile che in Toscana rappresenta un elemento importante del tessuto produttivo".

"Come è noto - aggiunge la Regione- la Commissione europea nel 2014 ha varato un sistema di aiuti fondato su tre parametri: consumo minimo di un gigawatt/ore annuo, intensità di scambi commerciali e intensità energetica. Sulla base delle combinazioni di questi parametri sono state individuate le lavorazioni del processo produttivo ammesse ai vari tipi di benefici. L'Italia ha recepito queste indicazioni nel 2017 con la riforma degli energivori e da subito, sia attraverso il Governo che le associazioni di categoria, ha chiesto delle integrazioni".

"In particolare - proseguono Ciuoffo e Fratoni - per quel che riguarda il settore tessile, che a Prato ha una lunga storia imprenditoriale e rappresenta nel panorama nazionale una eccellenza e nel suo complesso una dimensione rilevantissima in termini di fatturato, numero di imprese e addetti, è assente il parametro che farebbe riferimento al ‘finissaggio', che è una lavorazione ad altissima intensità energetica ed esposta alla concorrenza internazionale. Un punto della filiera produttiva che, se non compreso, ridurrebbe la capacità delle imprese del settore tessile italiano di gareggiare con gli atri competitor. A maggio finalmente la Commissione ha aperto una consultazione pubblica per valutare gli orientamenti in materia di aiuti di Stato per la protezione dell'ambiente e l'energia e determinare se le norme vigenti siano ancora idonee allo scopo per il prossimo periodo di competenza. Alla consultazione, conclusa il 19 luglio, la Regione tra le altre cose ha chiesto l'integrazione di questo processo produttivo tra quelli beneficiari degli aiuti. È stata anche inviata una scheda che descrive il sistema industriale del distretto pratese".

"Basti pensare - prosegue la nota della Regione- per rappresentare l'importanza del tema, che solo nel distretto tessile di Prato le aziende coinvolte sono 400, con un'incidenza rilevante sulla potenzialità di competizione sui mercati del tessile e abbigliamento. Regione e Comune di Prato, di concerto con industriali e artigiani, con una lettera congiunta hanno chiesto un incontro al Ministro Di Maio così da poter illustrare la questione e condividere i passaggi ulteriori per ottenere dall'Europa un'attenzione concreta verso il manifatturiero".


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