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Cronaca giovedì 01 dicembre 2016 ore 15:07

In tre anni scovati 868 dormitori alveare

A tre anni dalla tragedia del macrolotto dove morirono sette operai cinesi, la Regione Toscana fa il punto sulla sicurezza nella Chinatown pratese



FIRENZE — I numeri delle infrazioni non sono lievi, ma secondo il report della Regione il trend è incoraggiante: le aziende cinesi infatti si stanno piano piano mettendo in regola, almeno per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, ma c'è ancora molto da lavorare. 

In poco più di due anni i 74 tecnici e ispettori per la sicurezza sul lavoro, assunti per tre anni dalla Regione, hanno individuato nelle tre province dell'area metropolitana 868 dormitori (di cui 710 solo a Prato), 1459 macchinari irregolari e 1.565 situazioni igieniche critiche, di cui 1.116 e 1.489 nella sola città laniera. 

Sono stati emessi complessivamente 384 provvedimenti di sequestro o chiusura (a Prato sono stati 353), 3.807 prescrizioni per 8.405 carenze, di cui 2.756 e 6.187 in città; 3.707 sono state le notizie di reato, pratesi 2.784. 

Le aziende verificate da settembre del 2014 fino allo scorso ottobre sono state, in tutta l'area metropolitana, 7.050, il 95 per cento dell'obiettivo iniziale e in anticipo addirittura rispetto al calendario programmato.

La vice presidente della Toscana Monica Barni, a Prato per la commemorazione delle sette vittime del rogo nel capannone di Teresa Moda, ha espresso l'ottimismo che arriva dai numeri ma anche un auspicio: quello di un "cambiamento culturale, della cultura del lavoro" auspicato da tutti. 

I controlli della Regione nelle aziende proseguiranno, con assunzioni non più a tempo ma in pianta stabile. La Regione ha già annunciato la scorsa primavera un concorso nel 2017. E le ispezioni future non riguarderanno solo le aziende cinesi, ma tutte quelle considerate a rischio.

E' tempo di bilanci tre anni dopo il rogo della Teresa Moda, in cui il 1 dicembre 2013 sette operai cinesi morirono nella fabbrica dove lavoravano ma anche vivevano. La tragedia è stata ricordata a Prato, nel salone consiliare del palazzo comunale.

Pesano i numeri del progetto "Lavoro Sicuro", voluto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi dopo quel 1 dicembre che ha segnato una cesura: un progetto a due facce, repressione ma anche prevenzione, con percorsi paralleli di rientro e 'affiancamento' per l'emersione dal sommerso delle aziende che non rispettano le regole. Un progetto pure di sinergia istituzionale, con intese con le Procure e integrazione, grazie alle prefetture, con le attività ispettive coordinate dalle Questure, con 2.735 interventi interforze.


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