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Giro di vite contro il mercato dei falsi

La deputata Pd Cenni ha presentato il risultato della commissione d'inchiesta sulla contraffazione: "Servono norme stringenti e un'autorità ad hoc"

Rompere la connessione tra lavoro nero e contraffazione. E' questo l'obiettivo del Parlamento e della deputata del Pd Susanna Cenni, che in qualità di relatrice ha illustrato in aula i risultati della commissione d'inchiesta sul mercato dei falsi.

L'idea è quella di rendere maggiormente stringenti le norme penali. 

"Sui money transfer - ha detto Cenni - cercheremo di fare un ragionamento sull'aggiornamento delle normative, penso che ci sia da lavorare sulla revisione delle norme penali. Oggi il reato di contraffazione continua ad essere ancora non catalogato come reato contro l'impresa e contro l'economia. Quale, invece, è, perché non solo crea un danno e mette sul mercato un prodotto che qualitativamente è inferiore ad altri, ma sottrae risorse allo Stato, svolge un ruolo di competizione sleale nei confronti delle imprese che fanno produzione di qualità".

"Le norme vanno riviste - ha aggiunto -, ma vanno anche sostenute tutte quelle iniziative che le imprese stanno intraprendendo per la certificazione della filiera in maniera etica, la qualità del lavoro".

"Stiamo pensando - ha concluso Cenni - a proposte per incentivare o premiare le imprese che fanno certificazione etica, all'interno dei bandi".

Nel frattempo la commissione sta studiando la legislazione nei diversi paesi europei per capire se sia il caso o meno si istituire un'autorità unica contro la contraffazione.