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Dissequestrato il sottopasso di via Ciulli

Nell'Ottobre 2010 tre donne trovarono la morte nel sottopasso trasformato dalle piogge in muro d'acqua. Da allora l'area era sequestrata

Era la notte tra il 4 e 5 Ottobre 2010: tre donne di 50, 42 e 24 anni morirono tragicamente nel sottopasso ferroviario di via Ciulli che le piogge avevano trasformato in un pozzo profondo oltre 4 metri. Le vittime imboccarono in auto il tunnel diventato improvvisamente un muro di acqua e fango, un invaso per le acque del torrente Vella che, gonfio di una quantità di pioggia mai registrata prima in un arco temporale ristretto (96 millimetri in due ore e tre quarti), esondò. La più giovane rimase intrappolata nella vettura, mentre le altre due annegarono tentando la fuga.

Da allora il tunnel era rimasto sotto sequestro. Fino allo scorso 13 Maggio, quando nel pomeriggio è giunta in Comune la notifica di dissequestro del bene da parte della Corte d'appello di Firenze che ha accolto l’istanza di restituzione presentata dal Comune di Prato lo scorso 10 Maggio. 

La chiave di volta è stata la realizzazione ora in corso della cassa di espansione da 25 metri cubi per la nuova palazzina dell'ospedale Santo Stefano, chiesta ad Asl dal Comune come onere di costruzione. Ad essa saranno collegati il torrente Iolo e il fosso Vella, mettendo al riparo da esondazioni e allagamenti tutta la zona in caso di piena.

Il Comune di Prato rientra così dopo 4 tentativi in possesso del sottopasso viario che collega Narnali e Galciana. Quel 5 Ottobre 2010, all'indomani della tragedia, a margine del procedimento penale per l'infrastruttura venne disposto il sequestro probatorio, divenuto poi sequestro preventivo con provvedimento del Gip di Prato nel Novembre 2013. 

Nel 2016 la sezione penale del tribunale di Prato dispose come misura cautelare attinente alla pronuncia di condanna che la restituzione del sottopasso di via Ciulli avvvenisse solo in seguito al passaggio in giudicato della sentenza.

Prima della riapertura al transito e alla circolazione stradale del tunnel, faranno da corollario alla vasca di espansione le opere che il Comune dovrà eseguire per la verifica e l'eventuale sostituzione delle pompe idrauliche di sollevamento acque, degli allarmi acustici e del semaforo agli ingressi in caso di pericolo o allagamento.

L'amministrazione comunale si era già dotata di un più potente impianto di drenaggio e dei dispositivi di sicurezza negli anni scorsi per ottenere la riapertura dell'arteria, ma le misure vennero ritenute insufficienti dai giudici: "I lavori per la cassa di espansione dovrebbero concludersi a Settembre, in linea con il cronoprogramma - afferma il sindaco Matteo Biffoni -. Il nostro obiettivo è andare di pari passo e riaprire via Ciulli appena saranno svolti i collaudi". Inoltre dovrà essere completamente rifatto il manto stradale, su cui nel frattempo sono cresciuti vari arbusti.

Difficile quantificare ora l'investimento necessario, perché i tecnici comunali dovranno valutare nei prossimi giorni se dopo 12 anni le apparecchiature tecniche siano ancora funzionanti. In caso di necessaria sostituzione delle pompe idrauliche il costo sarà sostenuto attraverso la variante al bilancio prevista per Luglio prossimo.