Cronaca

Lo spaccio nascosto dietro le false sim

Le schede intestate a persone ignare di tutto erano distribuite ai pusher per i loro contatti. Denunciata la titolare di un negozio pratese

Le indagini hanno portato alla luce un intreccio di reati in cui lo spaccio era solo la punta dell'iceberg. 

Tutto è iniziato dopo l'incidente avvenuto a maggio in via Manzoni a Prato, quando gli occupanti di una delle auto coinvolte si dettero alla fuga lasciando però in macchina alcune dosi di cocaina. Gli agenti riuscirono a risalire al numero di telefono di uno degli uomini a bordo ma, a sorpresa, il suo telefono è risultato intestato a un cittadino cinese ignaro di tutto.

Le ricerche hanno stretto ben presto il cerchio attorno a un dealer telefonico nella zona del Soccorso a Prato perché il suo nome compariva regolarmente nelle anagrafiche delle persone coinvolte in diversi reati. Da lì, le indagini della polizia municipale sono andate avanti fino a quando non è stato trovato il bandolo della matassa, cioè la messa in circolazione di schede Sim intestate a gente che non sapeva di esserne titolare e che invece finivano in mano agli spacciatori.

La prova è arrivata quando gli agenti hanno rintracciato uno degli intestatari che era all'estero quando "avrebbe" attivato la Sim, fatto che ha confermato la sua totale estraneità ai fatti. E' stato lui stesso a sporgere denuncia. I riscontri successivi hanno dimostrato che anche i marocchini arrestati dagli stessi agenti insieme ai carabinieri di Prato in via Roncioni qualche settimana fa avevano Sim attivate sotto falso nome per l'appunto nello negozio. 

La perquisizione ha portato alla luce 10 documenti di identità nascosti dalla titolare del centro telefonico su cui ora sono in corso le indagini per capire se fossero usati per scopi illeciti.

In ogni caso la 42enne titolare del negozio, di origine bengalese, è stata denunciata per truffa nei confronti delle persone che si sono ritrovate titolari di schede Sim e per sostituzione di persona.