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"Una reazione esemplare contro il caporalato"

Il presidente della Regione Enrico Rossi in visita all'Opera Santa Rita da cui è partita la denuncia che ha smascherato lo sfruttamento dei migranti

E' qui che la storia dei turni massacranti nei vigneti di alcune aziende del Chianti è saltata fuori dopo che due migranti ospitati dalla struttura pratese hanno trovato la forza di darne conto. Immediata la denuncia e l'inizio delle indagini della procura di Prato che ha scoperchiato l'organizzazione gestita da due coniugi pakistani. Il caporalato interessava circa 300 migranti. 

Alla Fondazione Opera Santa Rita di Prato, che ospita alcuni degli immigrati sfruttati, ha fatto visita anche il governatore toscano. "Siete un esempio positivo per tutta la Toscana. Vi voglio ringraziare per come avete reagito con immediatezza, permettendo alla Procura di agire, con un'azione che è andata oltre Prato. Il vostro è stato un comportamento esemplare", ha detto Rossi.

"Trovo positivo che Prato abbia reagito - ha aggiunto il presidente - e così deve essere fatto in tutta la Toscana. Noi insieme al Trentino non siamo una regione invasa dal caporalato in agricoltura, che resta un fenomeno contenuto, ma che va stroncato sul nascere per evitare che il lavoro nero prenda campo e che si sfruttino le persone facendole lavorare praticamente senza stipendio ed in condizioni disumane. Se questa piaga si estendesse metterebbe in difficoltà anche gli imprenditori onesti".

Il governatore è tornato a parlare anche del progetto 'Prato lavoro sicuro': "Anche accoglienza e legalità devono stare legate insieme".