Irregolari in Italia, quei 23 lavoratori stranieri per lo più cinesi o pakistani venivano impiegati in condizioni di sfruttamento: turni di 12 ore o più 7 giorni su 7, salari a cottimo del tutto sproporzionati rispetto alle prestazioni e per riposare locali dormitorio messi a disposizione dai datori di lavoro.
Due imprenditori sono stati arrestati in flagranza a seguito dei blitz effettuati in tre ditte di confezioni tessili del Pratese, nel corso dei quali è stato anche rintracciato fra i lavoratori un pregiudicato, condannato alla pena definitiva di 3 anni e 6 mesi su cui pendevano un ordine di esecuzione per tentata estorsione aggravata in concorso e un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata ed altri reati.
L'uomo è stato condotto direttamente in carcere.
Quanto agli imprenditori in arresto, fa sapere la procura di Prato in una nota firmata dal procuratore Luca Tescaroli, dovranno rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, impiego di manodopera clandestina e favoreggiamento della loro permanenza sul territorio nazionale.
Nelle ditte le misere paghe venivano erogate per lo più in contanti. Gli operai venivano fatti riposare in locali dormitorio in condizioni igieniche precarie.
Le indagini hanno ottenuto il supporto di alcuni lavoratori che hanno collaborato con l'autorità giudiziaria, e hanno coinvolto personale Asl, finanzieri di Prato, carabinieri del nucleo investigativo reparto operativo del comando provinciale pratese e carabinieri per la Tutela del Lavoro.