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Assistenti sociali, violenze sul lavoro per 9 su 10

E' stato presentato il terzo rapporto regionale sui servizi sociali, dove operano oltre 6mila persone a sostegno dei cittadini fragili

Nove assistenti sociali su 10 dichiarano di aver subito qualche forma di violenza nel corso del loro lavoro, e il 35,8% afferma di aver temuto per l'inclumità sua o di un familiare a causa del proprio lavoro: è uno dei dati che emergono dal terzo rapporto regionale sui servizi sociali, presentato oggi a Firenze nella sede della presidenza della giunta regionale, Palazzo Strozzi Sacrati.

Il fenomeno delle aggressioni nei confronti degli assistenti sociali è stato oggetto di un focus del rapporto curato direttamente dal loro ordine professionale regionale, e il dato rilevato presso il campione interpellato è significativo specialmente perché rappresenta la punta di un iceberg a causa di un basso tasso di denuncia dovuto principalmente a sfiducia, senso di fallimento professionale e paura di rovinare il rapporto con l’assistito.

Di "fenomeno preoccupante" ha parlato l'assessora regionale al sociale Serena Spinelli: "L'assistente sociale, spesso giovane e donna, è il primo punto di accesso al sistema dei servizi e opera in prima linea per fronteggiare bisogni e disagi sempre più urgenti e complessi”.

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Ma in generale, tornando al rapporto nel suo complesso, in Toscana all'interno dei servizi sociali opera un esercito di 6.640 persone, oltre mille in più rispetto al 2020 e in continuo aumento. Il lavoro, curato dall’Osservatorio Sociale Regionale, oltre a offrire una dettagliata fotografia statistica del settore evidenzia l’attività svolta in Toscana per garantire pari opportunità a tutti i cittadini (i cosiddetti Leps, Livelli essenziali delle prestazioni).

Molti i progetti specifici di cui la Toscana ha fatto esperienza, fra questi il servizio di emergenza urgenza sociale (Seus) attivo sperimentalmente da cinque anni e che permette di fronteggiare h24 le situazioni gravi e improvvise sotto il profilo sociale.

Oltre alla presentazione dei dati, alla tavola rotonda dedicata alle criticità e alle prospettive dei sistema dei servizi territoriali hanno partecipato tra gli altri il presidente dell'ordine nazionale degli assistenti sociali Gianmario Gazzi e il dirigente del ministero del lavoro e delle politiche sociali Renato Sampogna.

Spinelli ha definito l'ottica su cui si plasmano i servizi sociali toscani: "Chi ricorre ai servizi per affrontare le sue fragilità deve essere considerato non solo come destinatario passivo di interventi, ma come soggetto attivo titolare di diritti e di un progetto di vita personale, all'interno di un percorso di presa in cura complessiva, nel quale vengano attivate e messe in rete tutte le risorse presenti sul territorio”.

Il rapporto in numeri

I dati mostrano una crescita numerica complessiva del comparto rispetto al dato del 2020: in aumento gli assistenti sociali (1.298 rispetto ai 1.156 del 2020), gli educatori (1.679 rispetto a 1.260), gli psicologi (177 rispetto a 125), gli operatori del servizio sociale contrattualizzati (3.109 rispetto a 2.427). Il numero totale è di 6.640 rispetto ai 5.252 del 2020. In tutti questi ambiti vi è una prevalenza del genere femminile.

Tra gli assistenti sociali in crescita il personale dipendente rispetto a quello esternalizzato (che scende dal 22% al 14%) grazie ai contributi pubblici destinati al potenziamento del servizio.

Rispetto ai principali ambiti lavorativi, in quasi tutti gli ambiti territoriali sono attivi questi servizi: Servizio sociale professionale, integrazione al reddito, sostegno socio educativo territoriale e domiciliare, mediazione culturale, assistenza domiciliare socio assistenziale.

La media degli utenti del Servizio sociale professionale in Toscana si attesta sui 39,3 ogni 1.000 abitanti.