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Attualità mercoledì 24 marzo 2021 ore 12:33

"Rivedere i tetti del Decreto Sostegni"

industria

E' la principale richiesta di correttivi avanzata dagli industriali di Confindustria Toscana Nord che apprezzano il superamento dei codici Ateco



PISTOIA / LUCCA / PRATO — Bene il superamento della logica dei codici Ateco, ma il Decreto Sostegni non è sufficiente e vanno per lo meno rivisti i tetti di accesso alle misure: è in buona sostanza questo il messaggio che parte dagli industriali di Confindustria Toscana Nord - l'associazione di categoria per le province di Pistoia, Lucca e Prato - sui provvedimenti assunti dal governo Draghi in materia di aiuti alle imprese.

"Aver abbandonato la logica dei codici Ateco è un passo importante ma non decisivo - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi -. Il tetto per l'individuazione delle aziende da sostenere a soli 10 milioni di fatturato esclude molte imprese di dimensione ancora definibile come piccola". Secondo Grossi: "Occorre che si pensi anche ad aziende con fatturati maggiori, che non per questo possono sostenere contrazioni del loro giro di affari pesanti come quelli imposti a molte di esse dalla pandemia. Peraltro per le imprese fra i 5 e i 10 milioni di fatturato il contributo si limiterà al 20% del calo medio mensile del 2020 rispetto all'anno precedente". Insomma: "Le risorse, già scarse, rischiano di essere anche mal distribuite".

Focus su Prato, poi, da parte del vicepresidente Francesco Marini: "Prato rischia penalizzazioni gravi dall'impostazione del Decreto Sostegni. Molte imprese industriali potrebbero rimanerne escluse perché superano, magari di pochissimo, i 10 milioni di fatturato, oppure perché sfiorano soltanto, senza raggiungerlo, il 30% di calo di fatturato. Una quota, quest'ultima, probabilmente pensata per attività non strutturate, diverse da quelle industriali: molti comparti del manifatturiero hanno costi fissi elevati che non possono reggere contrazioni dell'attività anche ben inferiori a quelle sottese al Decreto Sostegni. Il punto debole sta proprio qui: nei costi fissi, che non trovano alcun ristoro nel meccanismo introdotto con il nuovo decreto e che consiglierebbero il ricorso, per valutare l'accesso o meno ai sostegni, non al parametro del fatturato ma a quello delle perdite. Bisogna che per i futuri interventi che ci sia un ripensamento e, nel frattempo, che le maglie si allarghino per estendere i sostegni anche oltre i 10 milioni di fatturato".

"Innegabile la portata del decreto, che ha importi pari a quelli di una manovra nazionale di bilancio - afferma il vicepresidente Daniele Matteini -. E' condivisibile la logica emergenziale. Tuttavia le risorse, come lo stesso presidente Draghi è parso implicitamente ammettere, non sono sufficienti". 


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