Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 12:50 METEO:VERNIO11°  QuiNews.net
Qui News valbisenzio, Cronaca, Sport, Notizie Locali valbisenzio
mercoledì 24 aprile 2024
Tutti i titoli:
corriere tv
La grandine è così violenta che rompe il parabrezza dell’auto

Attualità mercoledì 10 febbraio 2021 ore 08:00

​Ciclismo, la tragedia di Giovanni Iannelli

Tra pochi giorni l’udienza di convalida per l’archiviazione dell’inchiesta. Il report di RAI Sport sul ciclista pratese. Le tematiche sulla sicurezza all’attenzione del sindacato corridori CPA.



PRATO — Il 7 ottobre 2019 una colonna di mattoni rossi ha fermato per sempre la corsa del giovane ventiduenne pratese Giovanni Iannelli, un ragazzo appassionato della bicicletta ma che, come racconta il padre Carlo, non ne aveva fatto una ragione di vita.

La colonna di mattoni rossa si trova nel centro di Molino dei Torti, un piccolo ed anonimo paesino dell’alessandrino conosciuto solo per il suo aglio.

Quel giorno, intorno alle 16,30, è previsto l’arrivo dei ragazzi Elite Under 23 sotto lo striscione del traguardo dell’87° Circuito Molinese.

Settantotto ragazzi arrivano in volata, a disputarsi la gioia di poter salire sul podio. Vanno forte, spingono sui pedali a testa bassa, a 69 chilometri all’ora.

A 144 metri dalla linea bianca c’è un contatto involontario e Giovanni Iannelli cade.

Il ragazzo sbatte la testa sullo spigolo di quella colonna di mattoni rossi lasciata senza protezione. Gli organizzatori si sono limitati a transennare solo gli ultimi quaranta metri, dichiarerà Carlo, il padre del ragazzo.

Purtroppo, a nulla serviranno i soccorsi, il volo in elicottero, le cure in ospedale. Giovanni Iannelli non ce la fa.

Da quel giorno papà Carlo cerca giustizia, per suo figlio ma anche per i tanti ragazzi che si dedicano a questo sport antico.

Da quel maledetto giorno di ottobre il PM della Procura di Alessandria ha aperto un fascicolo e svolto indagini ma poi nel novembre scorso ha chiesto al GIP l’archiviazione della posizione dei tre indagati: gli organizzatori di quella corsa risultata fatale.

La famiglia Iannelli si è opposta alla richiesta del PM ed il prossimo 24 febbraio è fissata l’udienza di convalida.

Nel reportage di Roberto Carulli “Mai più: l’ultima volata di Giovanni Iannelli” disponibile da ieri sul sito di RAI Sport, il padre Carlo racconta la dinamica dell’incidente ed accusa gli organizzatori di non aver garantito gli standard di sicurezza. (questo il link https://www.raisport.rai.it/video/2021/02/ciclismo-mai-piu-la-storia-della-tragica-morte-del-giovane-ciclista-pratese-giovanni-iannelli-4296a210-6c6e-49e7-bb68-dfef92d83430.html )

E’ evidente per tutti che sulla sicurezza dei corridori ci sia ancora molto da fare, sia che si tratti delle competizioni dei professionisti che di quelle dei ragazzini alle prime pedalate.

Anche il CPA, il sindacato dei ciclisti presieduto dall’ex Campione del Mondo Gianni Bugno, è molto attivo e su queste tematiche si sta confrontando con organizzatori, dirigenti sportivi, l’UCI ed i rappresentanti dei corridori.

«Siamo abbastanza soddisfatti perché gli stakeholder hanno ascoltato e condiviso tutte le nostre richieste - ha spiegato Gianni Bugno -. Soprattutto sui tre punti fondamentali che sono stati cruciali per noi e per i corridori, ovvero l'omologazione di barriere e protezioni; la distanza minima obbligatoria tra corridori e veicoli (nonché la riduzione della velocità in sorpasso e del traffico durante la gara) che troppo spesso influisce anche sul risultato; la valutazione in anticipo del percorso di gara per evitare rischi inaccettabili, come quelli che si trovano negli arrivi in discesa, curve strette, strozzature e stanchezza esagerata che mettono in pericolo la salute dei corridori con tappe troppo lunghe e pesanti. Negli incontri ai quali abbiamo partecipato si è parlato anche di borracce, freni a disco, radio (auricolari), posizioni rischiose in sella e molto altro, per rendere le gare per uomini e donne più sicure e sostenibili a partire dalla prossima stagione».

Le prime risposte concrete sono arrivate dall’UCI nei giorni scorsi e dal primo di aprile non vedremo più i ciclisti filare in discesa seduti sul tubo del telaio o, tranne che nelle corse contro il tempo, utilizzare gli avambracci sul manubrio nella tipica posizione assunta nelle gare a cronometro.

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI

Tag
Iscriviti alla newsletter QUInews ToscanaMedia ed ogni sera riceverai gratis le notizie principali del giorno
L'articolo di ieri più letto
Col ritorno della neve e le temperature in picchiata, fioccano le ordinanze che prorogano la possibilità di tenere accesi gli impianti
Offerte lavoro Toscana Programmazione Cinema Farmacie di turno

Qui Blog di Nicola Belcari

QUI Condoglianze



Ultimi articoli Vedi tutti

Attualità

Attualità

Cronaca

Cronaca