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Cronaca mercoledì 27 marzo 2019 ore 13:11

La prof e il ragazzino, sesso e minacce

Contestata anche la violenza sessuale alla 31enne agli arresti domiciliari da stamattina. Minacce via whatsapp. L'ombra della pedopornografia



PRATO — Lui, l'adolescente, non voleva più saperne di quella relazione segreta con una donna sposata e con il doppio dei suoi anni; lei, l'amica di famiglia che gli dava ripetizioni di inglese, invece non voleva rinunciare al suo giovane amante e gli mandava infuocati messaggi via whatsapp in cui minacciava di uccidersi o di andare nei pressi della scuola da lui frequentata con in braccio il bimbo nato dal loro rapporto, affinchè tutti notassero la somiglianza con il ragazzo. E' questa la ricostruzione dei fatti che emerge dalle indagini delle forze dell'ordine sulla 31enne che ha avuto un figlio da un allievo di 15 anni, amico di famiglia, a cui dava ripetizioni di inglese.

La donna, di professione operatrice sanitaria, si trova adesso agli arresti domiciliari e le viene contestato anche il reato di violenza sessuale per induzione, visto che l'inchiesta ha confermato che i rapporti sessuali con il ragazzo sono iniziati prima che quest'ultimo compisse 14 anni e che la relazione, iniziata nel 2017, è andata avanti anche per le pressioni psicologiche che l'insegnante esercitava sull'alunno, con frequentissime richieste di incontri e la minaccia di uccidersi oppure di diffondere la notizia che era lui il padre del secondo figlio, magari pubblicando sui social le foto del neonato. Gli inquirenti hanno appurato anche che la donna frequentava siti web con contenuti pedopornografici e che non faceva mistero del fatto che il babbo del suo secondo bambino non fosse il marito.

La misura cautelare è scattata per il pericolo che la donna ripetesse il reato e inquinasse le prove. Stando ai riscontri della procura, dopo l'inizio dell'indagine, la 31enne avrebbe infatti cercato di mettersi in contatto con il ragazzo.

La procura ha indagato anche il marito della donna che, secondo gli inquirenti, era a conoscenza della relazione e ha riconosciuto come proprio il figlio concepito dalla moglie con il quindicenne (vedi qui sotto gli articoli collegati). L'accusa a suo carico è alterazione di stato in relazione allo stato civile del piccolo.

Durante la perquisizione eseguita oggi nell'abitazione della coppia dalla polizia, sono stati sequestrati materiali che appartengono sia alla moglie che al coniuge.

La coppia ha un altro bambino di 7 anni.


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