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Cronaca giovedì 17 settembre 2015 ore 11:00

Caccia ai titolari fantasma delle imprese cinesi

Blitz delle Fiamme gialle in 25 aziende alla ricerca dei veri gestori delle attività. Intanto il progetto Lavoro sicuro comincia a dare i suoi frutti



PRATO — Il dubbio era già sorto durante le indagini che hanno fatto seguito al rogo del 1° dicembre del 2013 nell'azienda Teresa Moda al Macrolotto di Prato in cui morirono 7 operai cinesi, ma ormai è una certezza: molte imprese del settore confezione moda gestite da cinesi risultano intestate a prestanome fantasma, oppure gestite da persone mai viste. 

Secondo quanto emerso dal blitz condotto ieri dalla guardia di finanza, infatti, la metà di queste aziende sarebbe in mano a gestori irreperibili e questo permette ai veri proprietari di utilizzare operai a nero e evadere le tasse, tanto poi le conseguenze penali ricadono su un John Doe qualsiasi.

Questo però è solo un aspetto del problema delle aziende irregolari. L'altro è quello messo in luce dai controlli legati al progetto Lavoro sicuro, messo in piedi dalla Regione proprio dopo il rogo del Macrolotto di due anni fa e che ora comincia a mostrare i primi risultati. 

In un anno sono state monitorate 3.341 aziende, quasi la metà di quelle che insistono nell'area Firenze, Prato e Pistoia. Nel 68% dei casi sono state riscontrate irregolarità, in particolare per quanto riguarda macchinari non a norma e il mancato rispetto di norme igienico sanitarie. La nota positiva, però, è che l'85% delle aziende in cui sono state scoperte irregolarità si sono poi messe in regola. E hanno pagato le multe: riscossi nel 2015 3,4 milioni di euro.

"I nostri programmi - ha sottolineato il coordinatore del progetto Lavoro sicuro, Andrea Berti - prevedono di sottoporre a controlli altre 1.100 imprese da qui al 31 dicembre 2015. E stimiamo che entro fine anno riusciremo ad incassare un totale generale di 4,5 milioni di euro di sanzioni".


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