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Lavoro sabato 13 marzo 2021 ore 11:14

Export, i macrosettori portano il segno meno

Il settore moda pratese chiude l'anno con un -23,4. Male anche il meccanotessile. Segno più per alimentari e farmaceutica



PRATO — Sul fronte dell'export manifatturiero, nelle province di Lucca, Pistoia e Prato, gli ultimi tre mesi del 2020 hanno avuto "un andamento definibile come di assestamento, per quanto provvisorio e ancora fortemente condizionato dalla pandemia e dalle misure adottate per contenerla".

Così Confindustria Toscana nord inquadra il quarto trimestre dello scorso anno. "Alcuni risultati positivi o solo moderatamente negativi del terzo trimestre, dovuti in gran parte alla concentrazione su quel periodo di spedizioni rimaste bloccate durante il lockdown - spiega in una nota- hanno subito un livellamento verso il basso; viceversa, risultati particolarmente severi del periodo precedente sembrano nel quarto trimestre incamminati verso un sia pure parziale riequilibrio".

Il risultato, elaborato dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord sulla base dei dati Istat, conferma sostanzialmente quanto emerso dall'analisi congiunturale effettuata dallo stesso Centro studi: i dati dell'export manifatturiero segnano, per il complesso delle tre province, -4,7% per il quarto trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e -12,9% come chiusura dell'anno (produzione industriale -11,1%).

Prato, come Lucca, ha nell'export del quarto trimestre 2020 prestazioni inferiori a quelle del terzo (-12,5% rispetto a -5,1%). "Partendo tuttavia da numeri ben più preoccupanti - analizza Confindustria-. Come le analisi sull'export del terzo trimestre avevano già segnalato, la contrazione relativamente modesta di quel periodo era dovuta in gran parte alle consegne effettuate in estate di commesse ricevute anche precedentemente al lockdown: una compensazione che nel quarto trimestre non agisce più e che porta la chiusura annuale dell'export a -18,3% rispetto al 2019, non lontano dal -19,8% indicato dalla rilevazione sulla produzione industriale nel 2020". 

Con la sola eccezione dell'alimentare, che segna +14,2% nel quarto trimestre e +5,4% come chiusura dell'anno, della farmaceutica e della chimica (rispettivamente +56,6% e +11,4% nel trimestre, ma mentre la prima chiude l'anno a +55,2%, la seconda è per il 2020 in territorio nettamente negativo: -28,6%), tutti i macrosettori portano a Prato un vistoso segno meno. La moda segna per il quarto trimestre -18,9%, con una chiusura dell'anno a -23,4%: risultati pressoché identici sia per il tessile che per l'abbigliamento. Il meccanotessile segna per il quarto trimestre e per la chiusura dell'anno rispettivamente -31,9% e - 30%; la gomma-plastica -4,6% e -1,7%. "Si confermano quindi anche per l'export  - conclude Confindustria- le forti criticità che investono Prato in conseguenza della forte concentrazione sul territorio del settore manifatturiero più colpito dalla crisi, la moda".


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