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Cronaca mercoledì 31 maggio 2023 ore 13:53

Lavoro nero, raffica di denunce e attività sospese

Sono 40 le persone denunciate in stato di libertà, di cui 21 imprenditori, mentre a carico di 17 aziende è stata disposta la sospensione dell’attività



PRATO — Un grande numero di violazioni sono state accertate dagli inquirenti impegnati in una vasta operazione di controllo su lavoro nero in Toscana, nella provincia pratese. Tra le ipotesi di reato, impiego di manodopera a nero, omessa applicazione di obblighi normativi in materia di sicurezza e formazione dei lavoratori, sorveglianza sanitaria, irregolarità in materia di normative antincendio ed indebita installazione di impianti audio visivi atti a controllare l’operato dei lavoratori.

Sono stati individuati ed identificati, complessivamente, circa 25 lavoratori extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Circa 40 persone sono state denunciate in stato di libertà, di cui 21 imprenditori. A carico di 17 aziende, è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale. Sono state inoltre comminate, complessivamente, sanzioni pecuniarie per oltre 450.000 euro.

A Maggio, nell’ambito della campagna di controlli alle aziende denominata “Alt Caporalato D.U.E.”, disposta dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Prato-Pistoia, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Prato, carabinieri di Prato e militari del centro Italia, del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela del Lavoro di Roma, Ispettori Territoriali del Lavoro di Lucca-Massa Carrara, Roma, Macerata e Salerno, nonché Inps ed Inail, hanno proceduto ad una serie di controlli presso numerose aziende della provincia di Prato, soprattutto, ma non solo, del settore tessile-manufatturiero.

Si tratterebbe, per lo più, di aziende gestite da cittadini orientali, con alle dipendenze lavoratori extracomunitari, prevalentemente cinesi e pakistani. 

In un caso, un’imprenditrice cinese è stata denunciata anche per “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, in quanto avrebbe occupato alle proprie dipendenze 5 lavoratori extracomunitari, "sottoponendoli a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno e di necessità, fornendo una retribuzione difforme rispetto a quanto previsto nel contratto collettivo nazionale di lavoro, violando sistematicamente la normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale e alle ferie, obbligandoli inoltre a svolgere le loro mansioni in un ambiente di lavoro insalubre e insicuro, senza indumenti da lavoro adeguati e senza dispositivi di protezione individuale. In particolare, l’imprenditrice deferita avrebbe costretto alcuni dipendenti a lavorare fino a 12 ore al giorno, per sette giorni alla settimana, a fronte di un corrispettivo di 3,5 euro per ogni ora di lavoro, senza possibilità di fruire ferie retribuite".

I carabinieri ed Asl hanno inoltre proceduto a controlli presso alcuni cantieri edili, in seguito ai quali due imprenditori sono stati denunciati. Ad uno è contestato l’impiego, in nero, di un lavoratore extracomunitario privo di permesso di soggiorno. Il secondo imprenditore è invece ritenuto responsabile di aver formato un falso contratto d’opera occasionale. Nei confronti di un’azienda è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale.


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