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martedì 08 luglio 2025

RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

I libri

di Marco Celati - martedì 08 luglio 2025 ore 08:00

Uno di questi giorni passavo in macchina per Pontedera, sulla Tosco Romagnola nel tratto che corre lungo l’Era e poi l’Arno e più in là, verso il mare e il tramonto. All’andata, all’altezza del distributore del Marianelli, al centro della strada, ho notato di sfuggita qualcosa che sventolava al passaggio delle auto. Di ritorno, c’ho fatto caso, stava ancora lì. Era il cadavere di un libro, travolto e scompaginato. Giaceva inerme sulla carreggiata, nell’indifferenza degli automobilisti di passaggio. La gente ha fretta di buon mattino: il lavoro, le cose da fare… Nessuno insomma, animato da pietà, che prestasse soccorso, ne trovasse il tempo, anzi qualcuno ci passava pure sopra con le ruote, travolgendolo ancora. Mi ricordava la morte di Pasolini.

Ho parcheggiato come meglio potevo al lato della Tosco Romagnola e, spericolandomi nel traffico degli automezzi sfreccianti, sono corso al centro strada a raccoglierlo. Per il libro purtroppo non c’era più niente da fare: la costola schiacciata, le pagine ingiuriate dai segni degli pneumatici e qualcuna lacerata e strappata via dall’impatto. Ne ho cercato e raccolto i poveri resti sul marciapiede lungo l’Arno, volati via a parecchi metri di distanza. Altro non sono riuscito a trovare, andato disperso o trasportato chissà dove. L’ho posato nell’auto e sono ripartito. Il libro era “La figlia della fortuna” di Isabel Allende, collana I Narratori, Feltrinelli editore. Non lo conoscevo. Comunque la figlia non so, ma quel libro fortuna non ne ha certo avuta. Magari quanto agli esiti editoriali, sì. Ho letto che fa parte di una trilogia con “Ritratto in seppia” e il più noto “La casa degli spiriti”.

Ormai acquisto prevalentemente libri in rete e li leggo sul tablet. Nel monolocale in affitto c’è posto solo per l’immateriale. E non rompetemi i coglioni con l’odore della carta, il fascino della stampa, lo sfogliare delle pagine. Ho un bel romanzo, regalo natalizio di un figlio, intitolato “Il libro dei numeri” di Joshua Cohen, millesettecentoquaranticinque pagine, accidenti all’autore! Che “a meno di due giorni alla fine del Ramadan” scrive, aprendo così: “Se state leggendo questa storia su uno schermo, andate a fanculo. Parlerò solo se sfogliato come si deve”. Fanculo te! Hai ragione, è vero, ma se non c’è posto, non c’è posto. E poi per ricordare le cose lette, l’informatica non so se è meglio o se è tutto, ma aiuta. Come il sesso, diceva un compagno scomparso e rimpianto, che non diceva proprio sesso, ma gli dava il suo nome preciso. Comunque non si uccidono così anche i libri! E si soccorrono dalla fine, dall’insensibilità, dalla noncuranza.

Tornando verso casa ho preso un giro largo. A volte faccio così: tutte quelle rotatorie, un tempo discusse, oggi m’invogliano. Circonvallano le case e le cose del mondo. Sono un circuito. Ti danno quel senso di pilota provetto e, insomma, è così. Ma si vede che era giornata e chissà che la sorte non ci attenda e ci metta alla prova: un destino storico-letterario mi chiamava. Nella zona del Villaggio Scolastico, in via Veneto, davanti al piazzale dello Stadio, nel bel mezzo della strada e dell’indifferenza, giaceva un altro libro. Ancora!

Ho accostato di lato, sono sceso dalla macchina ed eludendo il traffico l’ho raccolto. Anche questo era andato, perso sul colpo, schiacciato, però ancora intatto. Aveva avuto una sorte migliore dell’altro. Si trattava di un tascabile degli Oscar Saggi Mondadori con il prezzo ancora in lire, duemilacinquecento. Era “Il Manifesto del Partito Comunista” di Karl Marx e Friedrich Engels”. Addirittura, ho pensato. Che coincidenza! E riandavo alla gioventù del secolo scorso e più indietro: “Uno spettro s’aggira per l’Europa - lo spettro del comunismo”. Proprio lui! “Le classi dominanti tremino al pensiero d’una rivoluzione comunista. I proletari non hanno da perdervi che le loro catene. Hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi, unitevi!”. Dio santo! Trasformare la favola dello spettro del comunismo in un manifesto del partito stesso. E ora la favola, il manifesto, la storia che li ha affermati e travolti, tutto buttato per strada, come l’altro libro della nipote di Salvador Allende, il Presidente cileno, il grande socialista.

Come sarà successo? Appartenevano alla solita persona, che magari proprio da un’auto in corsa li ha gettati via? In questo caso, almeno stando a titoli, autori e autrice, una persona di sinistra. E perché? Ne era stufo, deluso? Lettore uomo o lettrice donna? Preferisco non pensare a un gesto di disprezzo di altra matrice, sarebbe orribile. Ma forse erano libri già rovinati da mandare al macero, esuberi di biblioteca, carta raccolta dal servizio della differenziata e stipata in un furgone aperto che li ha persi durante il percorso verso il centro di raccolta. Volati via nella velocità, le lente pagine fruscianti al vento. Dobbiamo raccoglierne un monito sul tempo e la storia? Sul romanzo? Non lo so.

Ma giuro che è successo davvero e so che i libri li ho portati a casa, accolti. Li ho incollati e scocciati. Al libro dell’Allende mancava una pagina, strappata a metà. Così, a poco prezzo, l’ho comprato in rete, ho riprodotto e stampato quella pagina e l’ho inserita al suo posto. Ora i due libri sono sotto un tavolino mobile che tiene su medicine e altri romanzi, racconti, posta, ricevute, carte ingombranti che dovrei ordinare o gettare. Stanno lì, restaurati, tra la polvere e i ricordi, forse li leggerò o rileggerò, darò loro una scorsa. Capace finiranno in un altro scatolone sullo scaffale dello scantinato. Ammesso che ci sia ancora posto. Per ora ingombrano, accidenti a loro, a voi e anche a me. Però li ho salvati, curati. Ho dato loro dimora.

Marco Celati

Pontedera, Giugno 2025

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Pochi giorni dopo i fatti descritti dal racconto, su quel tratto della Tosco Romagnola, il 22 Giugno, perdeva la vita un diciassettenne, Raid Amir, travolto da uno scooter. In memoria di quella giovane vita spezzata, il nostro dolore.

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati