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Cronaca mercoledì 10 febbraio 2021 ore 10:44

Frode con la benzina e scattano i sequestri

pompe di benzina

Le indagini tra il capoluogo e la Valdinievole hanno portato a 6 misure cautelari verso altrettanti imprenditori e sequestri anche a Lucca e Prato



PISTOIA / MONTECATINI TERME — Vendevano frodando il fisco carburante in arrivo dalla Croazia, poi riciclavano lì il denaro ottenuto reimpiegato quindi in due società che facevano da cassaforte dell'attività illecita: questo il meccanismo scoperchiato dal comando provinciale della guardia di finanza di Pistoia e dai militari di Montecatini Terme che stamani nel primo mattino hanno eseguito un provvedimento di misura cautelare emesso dal tribunale di Pistoia nei confronti di 6 imprenditori residenti in Toscana e in Piemonte, procedendo al sequestro di beni per un valore complessivo di 130 milioni di euro fra Italia e Croazia.

Il filone di indagine deriva dall'operazione Gasoline free del 2019. Nello specifico, i beni sin qui sottoposti a sequestro sono 19 immobili nelle province di Pistoia, Prato e Lucca, 15 auto e 53 rapporti finanziari. Sono stati gli uomini delle Fiamme Gialle monticatinesi a mettere a fuoco il commercio fraudolento di benzina proveniente dalla Croazia a carico dei 6 imprenditori. 

Gli indagati, spiega la Guardia di Finanza in una nota, sono risultati contigui a una associazione economico-criminale già oggetto nel 2019 di indagine per frode fiscale per oltre 20 milioni di euro: era appunto l'operazione Gasoline free. Da lì però gli investigatori non si sono fermati e hanno avviato un nuovo filone investigativo che ha portato a individuare altre persone del settore che favorivano il riciclaggio in Croazia di consistenti somme di denaro derivanti dalla frode.

Dunque le intercettazioni e le nuove indagini di polizie giudiziaria, sotto la direzione della procura di Pistoia e in collaborazione col canale di collegamento giudiziario Eurojust, da cui sono stati individuati flussi finanziari illeciti che - attraverso false fatturazioni - venivano indirizzati verso banche croate e poi reimpiegati per creare e poi gestire lì due società col ruolo di cassaforte permanente per quei guadagni. L'operazione è stata svolta con l'ausilio dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli - Direzione Interregionale per la Toscana, Sardegna e Umbria, presente con proprio personale.


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