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Cronaca sabato 19 marzo 2022 ore 17:50

Bisca clandestina nell'ufficio-bunker

soldi e tessere mahjong
Foto d'archivio

Giorni di appostamenti, poi il fattorino di un take away ha consentito alle forze dell'ordine di entrare nell'immobile protetto da porte blindate



PRATO — È stato grazie al fattorino di un take away che, nel corso di un’operazione congiunta, i finanzieri e la polizia municipale di Prato sono riusciti a entrare in un immobile a uso ufficio, ben protetto dall’accesso esterno anche con porte blindate e nel quale era stata organizzata una vera e propria bisca clandestina.

Sono stati rinvenuti e sequestrati circa 8.000 euro in contanti utilizzati per il gioco, 8 stecche e quasi 300 tessere da Mahjong, 200 dadi da gioco e 32 mazzi di carte da gioco. L’organizzatore, l'unico in possesso delle chiavi di accesso all’immobile, è un uomo di 40 anni di origini orientali che è stato denunciato per aver agevolato l’attività illecita. Le altre persone presenti, anch'esse non italiane e di età compresa fra 35 e 45 anni, sono stati denunciati per la partecipazione al gioco d’azzardo.

Da settimane i militari e gli agenti avevano notato un via vai sospetto di persone che durante la notte entravano e uscivano da un edificio dove hanno sede gli uffici di un’azienda di pronto moda. Però non c'era modo di penetrare efficacemente all'interno perché gli uffici erano al primo piano di una palazzina accessibile solo attraverso un portone e una porta blindata, entrambe vigilate con impianti di videosorveglianza.

Fino a quando, una sera, un fattorino è entrato nell'edificio per consegnare del cibo e mentre usciva finanzieri e Municipale sono riusciti a introdursi all’interno cogliendo sul fatto 5 uomini che hanno subito tentato goffamente di nascondere l’attrezzatura da gioco e di occultare il denaro contante.

Ma l'utilizzo come sala da gioco dei locali era chiara: tavoli con cassetti portatessere, cartelli scritti in ideogrammi orientali col le regole per il gioco, carte, dadi da gioco e tessere di Mahjong. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato che i 5 non avevano a che fare con la ditta a cui erano affittati gli uffici ma hanno tutti precedenti di polizia e penali, anche gravi e specifici.


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