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Attualità lunedì 01 febbraio 2016 ore 13:30

Droga, per Donzelli il Comune va sciolto

Giovanni Donzelli

Il capogruppo di Fdi in Consiglio regionale attacca la giunta Biffoni dopo il servizio de 'Le Iene' sullo spaccio in città



PRATO — "Ormai abbiamo chiaro il fatto che le organizzazioni criminali hanno in mano il controllo totale della città: la situazione di emergenza che si sta vivendo a Prato ci fa credere che ci siano tutti gli estremi per sciogliere il Consiglio comunale per mafia ed inviare il commissario prefettizio". 

Queste le parole del capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Toscana Giovanni Donzelli dopo il servizio mandato in onda dalla trasmissione tv 'Le Iene' in cui si racconta il problema dello spaccio e del 'pendolarismo' di chi arriva in città per comprare stupefacenti.

Quella di ieri "è la goccia che fa traboccare il vaso in una situazione già drammatica, e che mette in luce per l'ennesima volta, fra spaccio di droga, commercio illegale, problemi di sicurezza, il fatto che in questa città le mafie hanno vita facile", aggiunge Donzelli.

"Prato è diventata la capitale dello spaccio di droga, la situazione è precipitata da quando alla guida del Comune c'è il centrosinistra -.attacca il capogruppo - periodo durante il quale la desertificazione del centro storico e lo smercio di sostanze illecite, oltre che mortali, sono andati di pari passo. A questo va ad aggiungersi la situazione di illegalità, sempre più grave, che rende Prato un caso nazionale per la situazione delle aziende cinesi, fra lavoro nero, condizioni di grave rischio, anche sanitario, e concorrenza sleale". 

"Senza dimenticare le importanti catene commerciali poste sotto sequestro dalla magistratura perché in mano alle mafie. Uno spaccio di droga così diffuso non può che avere alle spalle importanti organizzazioni criminali - conclude Donzelli - per questo chiediamo da tempo che nella città vengano applicate le leggi antimafia, che riconoscano l'associazione a delinquere, e che si adottino nuove norme contro il riciclaggio di denaro nei confronti delle aziende irregolari cinesi".


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