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Attualità martedì 02 febbraio 2021 ore 17:41

Il Parco centrale prende forma dalle macerie

Il sopralluogo al cantiere
Il sopralluogo al cantiere

La demolizione dell'ex ospedale è completa e nei 3 ettari su cui sorgevano altrettanti blocchi si può immaginare l'area verde pronta per il 2023



PRATO — Il Parco centrale che sarà il più grande d'Europa entro mura antiche inizia a delinearsi e a lasciarsi immaginare. E' stato infatti abbattuto, in 5 mesi di cantiere, l’ex ospedale Misericordia e Dolce di Prato. I tre blocchi demoliti hanno liberato 3 ettari di spazio su cui sorgerà l'area verde porta d'ingresso al centro storico della città. Quando? "Il taglio del nastro potrebbe esserci nell'estate del 2023", annuncia il sindaco di Prato Matteo Biffoni.

Stamani Biffoni ha effettuato un sopralluogo al cantiere con l'assessore all'urbanistica Valerio Barberis e, per la Asl Centro, il direttore amministrativo Lorenzo Pescini, il direttore dipartimento area tecnica Marco Brintazzoli e Gianluca Gavazzi, direttore area manutenzione e gestione investimenti per Prato, oltre ai tecnici dell'impresa esecutrice e al responsabile di cantiere. Tutti soddisfatti per l'andamento dei lavori e per la prospettiva che il Parco centrale va a generare per la città.

Le opere nelle ultime settimane sono andate avanti spedite, approfittando della pioggia persistente che ha annullato l'effetto nuvola delle polveri e facendo guadagnare un anticipo rispetto al cronoprogramma dell'abbattimento su cui la Asl riversa 3,5 milioni di euro. E' stata impiegata una maxipinza alta 43 metri, oltre a 12 ruspe e una squadra di 30 operai. L'area è stata consegnata il 25 agosto, quindi in 5 mesi sono stati demoliti 170mila metri cubi di costruito, rimossi 3 chilometri di amianto e sbancata la terra mista ad amianto che era emersa a sorpresa dai pilastri delle fondamenta. 

A terra rimangono 30mila metri cubi di detriti e macerie già ripuliti e selezionati da rimuovere. Tutto il materiale demolito con il sistema selettivo dello strip-out è infatti recuperabile al 98% e viene avviato per il riutilizzo in centri di raccolta specializzati. Attualmente le gru stanno smontando le fondamenta e vanno avanti le operazioni per liberare l’area dalla macerie.


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