Attualità venerdì 21 febbraio 2025 ore 16:30
Tarlo asiatico addio, chiuso l'ultimo focolaio

Col contributo di cani appositamente addestrati, la Toscana è libera dal parassita alieno delle piante rinvenuto nel 2017 vicino a numerosi vivai
TOSCANA — Addio tarlo asiatico: con la chiusura dell'ultimo focolaio a Prato, la Toscana torna area indenne rispetto all'Anoplophora chinensis, parassita delle piante rinvenuto fra il 2019 e il 2020 in aree pubbliche del Pratese e ancor prima, nel 2017, a Pistoia in un'area prossima a numerosi vivai.
A Pistoia il pericoloso insetto alieno era stato eradicato nel 2022, ma a Prato la sua presenza persisteva e continuava a destare preoccupazione. Determinante nel debellare l'infestazione è stato il contributo di altri animali: gli “Sniffer dog”, cani specificamente addestrati a individuare tramite il fiuto la presenza delle larve dell'odiato tarlo all'interno delle piante, così da indirizzare gli operatori nel debellarlo albero per albero.
Per la Toscana è un successo, anticipato già dagli ispettori della Commissione europea che nel 2023, visitando il territorio colpito, comunicarono ufficialmente l’approvazione delle procedure attivate e delle azioni intraprese dal Servizio fitosanitario regionale che ha dato la notizia della liberazione ufficiale dall'insetto alieno tramite il suo portale.
A Prato durante le attività di eradicazione sono state distrutte complessivamente 84 piante che l’amministrazione comunale ha poi comunque prontamente sostituito con piante non ospiti del tarlo asiatico. A Pistoia erano state oltre 15mila fra aceri, ma anche di carpini, platani, rose e lauroceraso.
L’eradicazione dell'ultimo focolaio di questo pericoloso insetto ha destato grande soddisfazione, ed è stata raggiunta grazie all’impegno della Regione Toscana, in particolare del Servizio Fitosanitario Regionale, dal Centro per la Ricerca in Agricoltura e dell’amministrazione del Comune di Prato oltre che della popolazione locale.
Identikit del tarlo asiatico
Indicato dall’Unione europea tra i 20 organismi nocivi più pericolosi per le piante proprio a causa del potenziale impatto ambientale ed economico, dato che contrariamente ai “parenti” autoctoni, questo insetto è capace di aggredire piante sane.
Buca la corteccia degli alberi per deporvi le uova (di solito una settantina) da cui si sviluppano larve lunghe sino a 5 centimetri che scavano vere e proprie gallerie dentro tronchi, rami e radici, divorando le piante dall'interno.
Proprio per questa sua pericolosità, la normativa europea prevede che, in caso di rinvenimento di un focolaio, debbano essere distrutte tutte le piante infette e le altre sensibili presenti entro 100 metri.
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