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Attualità venerdì 21 ottobre 2022 ore 12:02

Scossa Mugello monitorata tra Prato e Appennino

L’Istituto Geofisico della Fondazione Parsec gestisce 10 stazioni nel Mugello e 22 fra Toscana ed Emilia Romagna



BORGO SAN LORENZO — Alle 5 e 49 di questa mattina i sismografi dell’Istituto Geofisico Toscano si sono mossi segnalando un evento con epicentro a 6 chilometri da Borgo San Lorenzo e una profondità di 8 chilometri. Nel giro di 3 minuti la segnalazione è arrivata al sismologo dell’Istituto Andrea Fiaschi.

“Ogni anno registriamo circa 200-300 terremoti locali che avvengono fra l’Appennino settentrionale e la Toscana centrale - spiega Fiaschi – Quello di stamani è un evento abbastanza fisiologico, che si ripete più o meno una volta l’anno. Per fortuna si tratta di una scossa che non dovrebbe aver provocato danni, ma è stata chiaramente avvertita dalla gente”.

L’Istituto Geofisico, che si trova a Prato e fa parte della Fondazione Parsec, gestisce con 10 stazioni tutto il monitoraggio del Mugello, una delle zone sismiche più attive dell’Appennino. In Toscana complessivamente fanno capo all’istituto 22 stazioni di rilevamento (pozzetti con sensore e sistema di trasmissione dati alimentato da pannelli fotovoltaici), una rete che copre che una buona metà della Toscana, compresa l’Isola d’Elba, fino all’Emilia Romagna.

Il monitoraggio del Mugello, con ben 10 stazioni di rilevamento, è complesso – aggiunge il direttore della Fondazione Parsec Marco Morelli – Oltre alla manutenzione ordinaria effettuata da esperti che fra monti e boschi controllano continuamente le stazioni ed effettuano le riparazioni in caso di guasti, la strumentazione deve essere rinnovata ogni 7-8 anni e i costi sono alti”. Il conto ammonta a 100 mila l’euro l’anno, per il momento coperto interamente dal Comune di Prato e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Molto importante sarebbe il coinvolgimento della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, coinvolgimento a cui stiamo già lavorando”.

A Prato, a villa Fiorelli dove recentemente è stato trasferita la centrale di monitoraggio sismico dell’Istituto, i movimenti della Terra sono dettagliatamente studiati attraverso la rete di rilevamento e i computer che in tempo reale inviano i dati anche all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.

Nel 2012 l’Istituto Geofisico si occupò anche del monitoraggio del relitto della Concordia. Venne chiamato all’Isola del Giglio dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze. Tuttora è l’unico a disporre degli strumenti e degli esperti per un’attività di questo genere.

L’IGT pratese è nato 90 anni fa come Osservatorio Sismologico San Domenico e da allora si occupa del monitoraggio dei terremoti.


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